sabato, Luglio 27Città di Vittoria
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2. Piazza Enriquez

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Piazza Enriquez

Lo slargo davanti al Castello è oggi denominato Piazza Alfonso Enriquez1, così intitolata in occasione delle celebrazioni del Terzo Centenario nel 1907, su proposta del dr. Salvatore Gucciardello (le denominazioni precedenti furono prima “Piano del Castello”, poi “Piazza Telamone” dal 18902).
Nella piazza (in cui per qualche anno si svolse il
Festival del Jazz, curato da Francesco Cafiso), si affacciano tre importanti edifici che, seppur restaurati o ricostruiti, sono la memoria fisica dei primi anni della fondazione: il Castello, i Magazzini del Conte e l’antico Monastero di Santa Teresa (poi dal 1902 Officina Elettrica Municipale e sede dai primi anni ‘60 degli uffici dell’Enel), utilizzata in una parte come sala del Consiglio Comunale intitolata al sindaco Salvatore Carfì Jacono (1861-1945), sindaco dal 1895 al 1903 e poi dal 1907 al 1911 e in parte come sala per esposizioni intitolata al pittore Giuseppe Mazzone (oggi in attesa di ristrutturazione).
Dopo che nel passato si era addirittura pensato di demolire il Castello e gli altri edifici per realizzare un belvedere (PRG Ugo e Verace 1956-1970), in base ad una più matura visione culturale, il nucleo originario della fondazione, grazie al contributo tecnico e culturale dell’arch. Giuseppe Areddia, si avvia a ritornare il centro culturale della città.

 

 

NOTE

1]Figlio di Vittoria Colonna, nacque nel marzo 1596 o 1597 e morì nel febbraio 1647. Diventato maggiorenne nel 1617, la madre gli passò l’amministrazione dei beni (tra cui anche la Contea di Modica), di cui era stata nominata curatrice dal marito Luigi III nel suo testamento. Sposato con una figlia del duca di Uzeda, Luisa de Sandoval, nipote del duca di Lerma, valido real e padrone dell’Impero spagnolo dal 1599 al 1618, don Alfonso, insieme con il suocero fu capo del partito avverso al conte-duca di Olivares, valido real del nuovo re Filippo IV. Per la sua vittoria contro i Francesi a Fuentearabia fu promosso (e nello stesso tempo allontanato dalla Corte) viceré di Sicilia, carica che rivestì dal 1641 al 1644, quando fu promosso a viceré di Napoli. Per finanziare la sua ambasceria presso Papa Innocenzo X, nel 1646 dovette alienare la baronia di Caccamo (di cui possediamo l’incartamento). Rientrato in Spagna da Roma, morì a Madrid nel febbraio 1647. Grande collezionista d’arte, di lui possediamo il testamento. Sulle collezioni d’arte di Vittoria Colonna, del figlio e dei nipoti, cfr. vari articoli da me pubblicati su kindle store di amazon.it).

2]cfr. Gianni Ferraro, Il chi è delle vie e piazze di Vittoria, Civitas Edizioni

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