sabato, Luglio 27Città di Vittoria
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i) la Sala Mandarà

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La Sala “Emanuele Mandarà” (già Mercato del Pesce o Pescheria) in via Cialdini


Pur non essendo in Piazza, ma dietro il teatro e la chiesa della Grazia, la Sala conferenze intitolata nel 1995 al poeta vittoriese Emanuele Mandarà appartiene alla zona della Piazza. Dopo che Rosario Cancellieri vietò l’uso delle cosiddette cianche (luridi banconi di legno dove si vendevano verdure, carne e pesce, davanti alle botteghe di via Piazza, poi Volturno oggi Cancellieri) sostituite con lastroni di marmo, con la vendita consentita solo all’interno delle botteghe, nel 1885, per ordine del delegato straordinario Arpa, la vendita del pesce fu trasferita nella piazzetta Castelfidardo, mentre quella della carne rimase in piazza. L’idea di costruire un mercato generale, per accentrare in un unico spazio le botteghe, nacque nel 1906, quando si decise di costruire la nuova struttura nell’area della costruenda Piazza della Vittoria, cioè lo spazio oltre la via Cernaia compreso tra via Carlo Alberto, Bixio e Palestro. Ma poiché in genere l’ottimo è nemico del bene, non si trovarono i soldi per finanziare la grande opera e si decise di costruire solo il nuovo Mercato del Pesce, dove già funzionava ma in condizioni igieniche disastrose1.

Il sindaco dell’epoca, Salvatore Carfì, portò in Consiglio il 28 maggio 1909 la proposta di acquistare uno stabile «…quasi del tutto diruto, che prospetta nel vicolo Castelfidardo, tra la via Cialdini e la via Castelfidardo». L’edificio diroccato (un antico fondaco appartenente a tale Corallo) ed il suolo, furono acquistati per il prezzo di £. 2.500 dai coniugi Salvo e da un certo Alfieri. Il progetto per la costruzione del nuovo Mercato del Pesce, redatto dal tecnico comunale ing. Puglia, fu approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del 21 luglio 1912, per un importo a base d’asta di £. 9698, lievitato poi ad oltre 12.000, appaltato alla ditta Salvo. L’opera fu completata e collaudata entro il 19142. I locali, abbandonati negli anni ’60, furono recuperati negli anni ’80, per essere adibiti a nuova biblioteca, assieme ad altri adiacenti nel frattempo acquistati. Al solito però, per insuperabili questioni finanziarie, si pensò di realizzare un primo stralcio, con la creazione di una sala di lettura. Inaugurata nel 1993, la struttura fu utilizzata come sala conferenze ed intitolata al poeta vittoriese Emanuele Mandarà3.

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Nei pressi della Sala, nella via Cialdini, sorgono alcuni esempi di abitazioni decorate in stile Liberty. Tra esse ricordiamo la casa Alessandrello-Bonifazio al n. 107 (cementisti E. Mazza e Luigi Nicosia, 1925); la casa Maltese-Occhipinti al n. 99 (con decorazioni di Vito Melodia), la casa Jacono Roccadario oggi Simola al n. 90; il grande palazzo ottocentesco Di Geronimo.

 

 

NOTE

1] Così si scrive nella deliberazione adottata il 28 maggio 1909: «…urge che sia eliminato lo sconcio di vedere il pesce esposto sopra luridi banchi al sole, alla pioggia e alla polvere, con disgusto e forse anche con pericolo della salute dei cittadini…».
2] Il collaudo fu fatto dall’ing. Giovanni Galeoto di Comiso, che ne ebbe liquidato il compenso con deliberazione dell’8 gennaio 1915. Galeoto sistemò la piazza di Comiso e fu uno dei partecipanti al concorso per la costruzione del nuovo Municipio nel 1906.
3] Nato nel 1930 e morto nel 1993, Emanuele Mandarà, laureato in Legge, fu docente d’inglese ed autore di numerosi saggi, recensioni e raccolte di poesie, tra le quali ricordiamo Anch’io poeta 1951, La geenna del fuoco 1953, Tra il fingere e il tacere 1969, L’ordito difficile 1975, Nella trafitta delle fibre 1987. Sulla poesia di Mandarà cfr. AA.VV, Omaggio al poeta Emanuele Mandarà, 1995 ed una bella tesi del dr. Vanni Di Stefano, dal titolo L’esistere si snoda alla sua foce: la poetica di Emanuele Mandarà, Università di Catania a.a. 2017-18.

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